Serie podcast:

Igniazio Giunti

Diego Alverà racconta i miti della velocità

Ignazio Giunti apparteneva a una straordinaria nidiata di talenti. Rappresentava la nuova stagione dell’Italia da corsa, la “migliore gioventù” del volante, quella destinata a percorrere di podio in podio tutta la prima metà degli anni Settanta. Ma l’assurdo e tragico dramma della “1000 Km di Buenos Aires” spense prematuramente tutti i suoi sogni.

Credits:

Testo di Diego Alverà
Voce di Diego Alverà
Musiche originali di Niccolò Ferrari
Post produzione e sound design di Niccolò Ferrari

Post produzione e ricerche di Biagio de Manincor e Ultimo Piano
Sigla di Ultimo Piano
Voce sigla di Andrea Diani
Produzione di Pensiero visibile e Osteria Futurista

Contenuti extra:


Vallelunga c’è un busto commemorativo, perché su quel circuito romano Ignazio Giunti era considerato imbattibile, tanto da essere soprannominato il “reuccio di Vallelunga”. Casco con aquila bifronte e un “M” a omaggiare la fidanzata Mara Lodirio, guida brillante e spettacolare, Ignazio si mette in luce quando l’Alfa Romeo gli affida la Giulia Gta, al volante della quale ottenne il titolo di Campione Europeo della Montagna 1967 nella categoria Gran Turismo.
Un pilota così non sfugge a Enzo Ferrari.


Nel 1969 lo volle al volante della sua sport-prototipo 512 e gli offrì di debuttare in Formula 1 nel 1970 sull’ostico circuito di Spa. Anche se con scarsa esperienza a bordo di una monoposto, Giunti chiuse quarto e si alternò per tutto il resto della stagione con Clay Regazzoni a fianco di Jackie Ickx. Poi, la tragedia consumatasi a Buenos Aires durante la “1000 chilometri” del 1971, raccontata nell’episodio a lui dedicato del podcast Velocissimi.

La nostra newsletter
crea dipendenza.

Raccogliamo per te notizie interessanti dal mondo podcast e ti aggiorniamo sulle nuove uscite di Storie avvolgibili.

Ho letto e accetto i termini e le condizioni della Privacy Policy

Facci sentire
la tua voce.

Non vedi l’ora di fare un podcast con noi o vuoi sapere di più sulle nostre storie? Scrivici qui.